domenica 1 luglio 2007

1 - «Hokke shuyō shō»

Nello «Hokke shuyō shō»
(«Acquisire l’essenza del Sutra del Loto»)
è affermato:

«Dal [tempo di] gohyaku jintengō
e per il tempo a venire,
siamo noi,
moltitudine degli esseri di questa terra,
gli amati figli di Shakyamuni e,
sebbene non dovremmo [in questo] assomigliare agli altri,
[siamo] manchevoli di considerazione nei confronti della condotta filiale.
Il sostegno alla consapevole relazione
tra la natura di Buddha e la moltitudine degli esseri
è simile,
per esemplificare,
alla luna in cielo ed al suo [riflesso] fluttuare in chiare acque.
La mancanza di sostegno alla consapevole relazione che esiste
tra il Buddha e la moltitudine degli esseri
è simile all’ascolto del fragore di tuono per un sordo
o al fronteggiar sole e luna per un cieco».

Redatto l’undicesimo anno dell’era Bun’ei (1274),
a Minobu,
all’età di 53 anni.
Shōwa teihon Nichiren shōnin ibun, pag. 812.


<法華取要抄>に曰く:

「此土の我等衆生は五百塵点劫より已来、
教主釈尊の愛子也。
不孝の失に依て今に覚知せずと雖も、
他方の衆生には似るべからず。
有縁の仏と結縁の衆生とは、
譬へば天月の清水に浮かぶが如し。
無縁の仏と衆生とは、
譬へば聾者の雷の声を聞き、
盲者の日月に向ふが如し」。

昭和定本日蓮聖人遺文、八一二頁。



«Hokke shuyō shō» ni iwaku:

«Kono do no warera shujō wa gohyaku jintengō yori irai,
Kyōshu Shakuson no aishi nari.
Fukō no toga ni yotte ima ni kakuchi sezu to iedomo,
tahō no shujō ni wa nirubekarazu.
Uen no butsu to kechien no shujō to wa,
tatoeba tengetsu no seisui ni ukabu ga gotoshi.
Muen no butsu to shujō to wa,
tatoeba rōsha no kaminari no koe wo kiki,
bōsha no nichigatsu ni mukau ga gotoshi».

Shōwa teihon Nichiren shōnin ibun, 812.

2 - «Myōhō ama gozen gohenji»

In «Myōhō ama gozen gohenji»
(«Risposta a Myôhô ama»)
è affermato:

«In questa prospettiva,
sin dall’infanzia,
Nichiren ha studiato il buddhismo con un solo ed esclusivo desiderio,
essendo l’arco di vita degli essere umani (segnato dall’) impermanenza,
esalato un respiro non vi è attesa di inspirarne un [altro].
Nemmeno la rugiada al cospetto del vento regge il confronto.
Saggio o stolto,
giovane o vecchio,
nessuno è in grado di governarne [il corso].
Perciò,
per primo,
si ritiene dover ponderare sulla morte
e poi su tutto quanto il resto»

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1535.


«妙法尼御前御返事 » に曰く

「[p1535]夫れ以みれば日蓮幼少の時より
仏法を学し候ひしが念願すらく、
人の寿命は無常也。出づる気は入る気を待つ事なし。
風の前の露、尚譬にあらず。
かしこきも、はかなきも、
老いたるも若きも定め無き習ひ也。
されば先づ臨終を習ふて
後に他事を習ふべしと思ひて」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一五三五頁。


«Myōhō ama gozen gohenji» ni iwaku:

«Sore motte mireba Nichiren yōshō no toki yori
buppō wo gakushisōrō hishi ga nengan suraku,
Hito no jumyō wa mujō nari.
Izuru ki wa hiru ki wo matsu koto nashi.
Kaze no mae no tsuyu,
nao tatoe ni arazu.
Kashikoki mo hakanaki mo,
oitaru mo wakaki mo sadamenaki narai nari.
Sareba,
mazu,
rinjū naraute nochi ni
hoka no koto wo narau beshi omoite… »

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1535.

3 - «Matsuno dono gohenji»

In «Matsuno dono gohenji»
(Risposta alla Signoria di Matsuno)
è affermato:

«Numerose sono le larve dei pesci
ma [tra quelle] poche divengono pesci adulti,
numerosi sbocciano i fiori dell’albero di anraju[1]
ma solo pochi divengono frutti.
Anche per l’uomo,
similmente,
numerosi sono coloro che si avviano a generare bodhicitta
ma si restringe a pochi il numero di coloro che sinceramente penetrano la Via.
Tutti i comuni mortali aspirano alla bodhi ma molti,
in preda ad influenze negative e catturati dalle cose,
facilmente vengono sviati.

In modo simile,
pur essendo molti ad indossare l’armatura...
una volta in battaglia,
pochi son coloro che non si lasciano sopraffare dal timore».

Redatto nel primo anno dell'era Kenji (1275), a Minobu, all'età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1269.

[1] Anraju 菴羅樹: Giuggiola. Nome scientifico "Ziziphus zizyphus". Sinonimi:"Ziziphus jujuba"
e "Ziziphus vulgaris". 





«松野殿御返事»に曰く:

「魚の子は多けれども魚となるは少なく、
菴羅樹の花は多くさけども菓になるは少なし。人も又此の如し。
菩提心を発こす人は多けれども退せずして実の道に入る者は少なし。
すべて凡夫の菩提心は多く悪縁にたぼらかされ、
事にふれて移りやすき物なり。
鎧を著たる兵者は多けれども戦に恐れをなさざるは少なきが如し」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一五三五頁。


«Matsuno dono gohenji» ni iwaku:

Uo no ko wa ōkeredomo uo to naru wa sukunaku,
anraju no hana wa ōku sake domo mi ni naru wa sukunashi.
Hito mo mata kaku no kotoshi.
Bodaishin wo hatasu hito wa ōkere domo
taisezu shite makoto no michi ni iru mono wa sukunashi.
Subete bonpu no bodaishin wa ōku akuen ni taborakasare,
koto ni furete utsuri yasuki mono nari.
Yoroi wo kitaru tsuwamono wa ōkeredomo,
ikusa ni osore wo nasazaru wa sukunaki ga gotoshi.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1269

4 - «Sado gokanki shō»

Nel «Sado gokanki shō»
(«Sulla censura [correlata all'esilio di] Sado»)
è affermato:

«[Il 12° giorno del 9° mese ho sofferto censura e riprovazione
[delle istituzioni militari]
e, oggi, 10° giorno del 10° mese,
eccomi alla volta della provincia di Sado].
Sin dalle origini ci si applica allo studio della letteratura buddhista
per poter divenire un buddha
pensando [così] di salvare le persone,
cui esser grati.
E' certo che al Buddhadharma sia legata persino la vita stessa
perché è [in questo] il competente servizio
per l’ottenimento della buddhità.»

Redatto nell'ottavo anno dell'era Bun'ei, ad Echi, all'età di 50 anni
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 510.

<佐渡御勘気抄>に曰く:           
 [九月十二日に御勘気を蒙て今年十月十日佐渡の国へまかり候なり]、
本より学文し候し事は仏教をきはめて仏に なり恩ある人をもたすけんと思ふ、
仏になる道は必ず身命をすつるほどの事ありてこそ仏にはなり候らめとをしはからる。

昭和定本日蓮聖人遺文、五一〇頁


«Sado gokanki shō» ni iwaku:

«[Kugatsu tōka ni gokanki wo kōmute kotoshi Sado no kuni e makari],
moto yori gamon shisōrō koto wa Bukkyō wo kiwamete hotoke ni nari on aru hito motasuken to omou,
butsu ni naru michi wa kanarazu shinmyō suzuru hodo no koto arite koso
hotoke ni narisōrō meto wo shi hakaruru».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 510.

5 - «Shohô Jissô Shô»

Nello «Shohô Jissô Shô»
(«La vera natura di tutti i dharma»)
è affermato:

«Attrezzati ad aver fede nel supremo mandala di ichien bodhai.
Armoniosamente disposto a rafforzare la fede,
devi fare in modo di ricevere la protezione dei buddha delle tre esistenze.
Devi essere diligente nelle due vie della pratica e dello studio
giacché quando pratica e studio declinano non può esservi Buddhadharma,
sia che riguardi se stesso che l’insegnamento ad altri.
Sia la pratica che lo studio devono sorgere dalla fede.
Quando ne hai la capacità
devi adoperarti per riferire ad altri anche solo una singola parola o frase».

Redatto nel decimo anno dell'era Bun'ei (1273), ad Ichinosawa (Sado), all'età di 52 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 728.

<諸法実相抄>に曰く:

「一閻浮提第一の御本尊を信じさせ給へ、あひかまへてあひかまへて信心つよく候て三仏の守護をかうむらせ給うべし、行学の二道をはげみ候べし、行学たへなば仏法はあるべからず、我もいたし人をも教化候へ、行学は信心よりをこるべく候、力あらば一文一句なりともかたらせ給うべし」。

昭和定本日蓮聖人遺文、七二八頁。




«Shohō jissō shō» ni iwaku:

«Ichien budai daiichi no gohonzon wo shinjisasetamae,
aikamaete aikamaete shinjin tsuyoku sōrōte sanbutsu no shugo wo kōmurase tamau beshi,
gyōgaku no nidō wo hagemisōrō beshi,
gyōgaku taenaba buppō wa aru bekarazu,
ware mo itashi hito mo kyōke sōrōe,
gyōgaku wa shinjin yori koru beku sōrō,
chikara areba ichimon ichiku nari to katarase tamau beshi».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 728.

6 - «Myōichi ama Gozen Gohenji»

In «Myōichi ama Gozen Gohenji»
(«Risposta alla monaca Moyōichi»)
è affermato:

«La fede non è,
qui,
niente di particolare:
è simile ad una donna che sostiene il suo uomo
o un uomo che dedica la vita alla sua donna,
simile a genitori che non abbandonano i propri figli
o figli che non si separano dalle madri.
Questo è ciò che si dice recitare Namu myōhō renge kyō
e confidare nel Sutra del Loto, in Shakyamuni,
in Tahō, in tutti i buddha delle dieci direzioni,
nei bodhisattva e negli shoten zenjin».

Redatto nel 3° anno dell’era Kōan -1280-, da Minobu, all’età di 59 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1749.

<妙一尼御前御返事>に曰く:

「夫信心と申すは別にこれなく候、
妻のをとこをおしむが如くをとこの妻に命をすつるが如く、
親の子をすてざるが如く子の母にはなれざるが如くに、
法華経釈迦多宝十方の諸仏菩薩諸天善神等に
信を入れ奉りて南無妙法蓮華経と唱へたてまつるを
信心とは申し候なり」

昭和定本日蓮聖人遺文、一七四九頁。


«Myōichi ama Gozen Gohenji»,  ni iwaku:

Sore shinjin to mōsu wa betsu ni kore nakusōrō,
tsuma no otoko wo oshimuru ga gotoku,
otoko no tsuma wo suzuru ga gotoku,
oya no ko wo sudezaru ga gotoku haha ni hanarezaru ga gotoku ni,
Hokkekyō, Shaka,
Tahō jippō no shobutsu, bosatsu, shoten zenjin ra ni
shinjin wo ire tatematsurite Namumyōhōrengekyō to tonae tatematsuru wo
shinjin to wa mōshisōrōnari.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1749.

7 - «Zuiji-i gosho»«Zuiji-i gosho»

Nello «Zuiji-i gosho»
(«Sull’essere‘in accordo al Suo proprio[1] spirito’»)
è affermato:

«Ciò che chiamiamo Sutra del Loto
è ciò che diciamo “intenzione del Buddha”
poiché in esso
[c’è la competente e necessaria dotazione, vi]
è infuso [e si sviluppa] lo spirito del Buddha.
Poiché questo spirito è benevolo
anche uomini senza nessuna conoscenza,
se leggono questo sutra,
matureranno benefici senza limiti.
Il Sutra del Loto raddrizza e corregge,
agisce come come la canapa per l’artimisia [che vi cresce] in mezzo,
come un bambù in cui un serpente possa infilarsi,
così come pure agisce la frequenza e la coltivazione di uomini benevoli [raddrizzando e correggendo] lo spirito, il comportamento e la parola,
in chiunque e su ogni cosa.
A colui che è infuso di fede in questo sutra,
qualsiasi cosa possa accadere,
è assicurato l’ottenimento delle benevoli qualità del Buddha».

(Redatto nel primo anno dell’era Kōan (1278), a Minobu, all’età di 57 anni).
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1611.

<随自意御書>に曰く

「法華経と申すは随自意と申して仏の御心をとかせ給ふ。
仏の御心はよき心なるゆへに、たとひしらざる人も此の経をよみてまつれば利益はかりなし。
麻の中のよもぎ・つゝ(筒)の中のくちなは(蛇)・
よき人にむつぶもの、なにとなけれども心もふるまひ(振舞)も言もなを(直)しくなるなり。
法華経もかくのごとし。
なにとなけれど、この経を信じぬる人をば仏のよき物とをぼすなり」。 

昭和定本日蓮聖人遺文、一六一一頁。

«Zuiji-i gosho» ni iwaku:

«Hokkekyō to mōsu wa zuiji-i to mōshite Butsu no migokoro wo tokasetamau.
Butsu no migokoro wa yoki kokoro naru yue ni, tatoi shirazaru hito mo kono kyō wo yomitatematsureba riyaku hakarinashi. Asa no naka no yomogi, tsutsu no naka no kuchinawa, yoki hito ni natsubu mono, nani to nakere do mo kokoro mo, furumai mo, kotoba mo naoshiku naru nari. Hokkekyō mo kaku no gotoshi. Nani to nakeredo, kono kyō wo shinjinuru hito wo ba Butsu no yoki mono obasu nari»

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1611.
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[1] Zuiji-i 随自意, sarebbe "in accordo al mio spirito (o "intento")" si riferisce al Buddha e alla sua profonda intenzione di determinare l'emancipazione di tutto il genere umano. "Suo" è un ripiego linguistico per chiarire che non si tratta che di espressione dello stato vitale del Buddha e della "sua" comprensione e realizzazione.

8 - «Kanjin no honzon shō»

Nel «Kanjin no honzon shō»
(«Sull’oggetto di culto per osservare la mente»)
è affermato:

«Se i cieli son chiari la terra è illuminata...
la persona che ha coscienza del Sutra del Loto non conoscerebbe allora i dharma (le vie ed i modi; n.d.t.) del mondo?
Per coloro che non hanno coscienza di ichinen sanzen,
il Buddha ha sollevato la sua grande compassione ed ha incastonato i cinque caratteri
(妙法蓮華経・myō-hō-ren-ge-kyō)
in questa [preziosa] gemma,
ponendola al collo delle immature genti del mappō.
La protezione dei quattro bodhisattva sarà loro d’intorno,
non diversamente da come il Granduca del Ducato dei Zhou assistette e sostenne il Re Wen
o da come i candidi quattro saggi prestarono servizio all’imperatore Hui».

Redatto il decimo anno dell’era Bun’ei, ad Ichinosawa (Sado), all’età di 52 anni.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 720


<観心本尊抄>に曰く:  

「天晴れぬれば地明らかなり。
法華を識る者は世法を得べきか。
一念三千を識らざる者には、
仏大慈悲を起こし、
五字の内に此の珠を裹み、
末代幼稚の頚に懸けさしめたもう。
四大菩薩の此の人を守護したまわんこと大公・
周公の成王を摂扶し四皓が恵帝に侍奉せしに異ならざる者也」。

昭和定本日蓮聖人遺文、七二〇頁。

«Kanjin no honzon shō» ni iwaku:

«Ten harenureba chi akiraka nari.
Hokkekyō wo shiru mono wa sehō wo ubekika?
Ichinen sanzen wo shirazaru mono ni wa Hotoke daijihi wo okoshi,
goji no uchi ni kono tama wo tsutsumi,
matsudai yōchi no kubi ni kakisashimeta mō.
Shi Daibosatsu no kono hito wo shugo shitamawan koto,
Daikō Shūkō no Seiō wo shōbu shi,
Shikō ga keitei ni jibu seshi ni kotonarazaru mono nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 720

9 - «Kanjin no honzon shō»

Nel «Kanjin no honzon shō »
(«Sull’oggetto di culto per osservare la mente»)
è affermato:

«La duplice essenza,
delle cause delle pratiche del venerato Shakyamuni
e delle meritorie virtù contenute nei suoi frutti,
costituisce [cosa di cui] i cinque caratteri di Myōhōrengekyō sono interamente [e perfettamente] dotati.
Abbracciare e mantenere questi cinque caratteri di Myōhōrengekyō
ci consentirà di ottenere,
con naturalezza,
cause e frutti delle Sue meritorie virtù».

Scritto da Nichiren, il venticinque aprile del decimo anno di Bun’ei (1273).
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 711.


<観心本尊抄>に曰く:

「釈尊の因行果徳の二法は妙法蓮華経の五字に具足す。
我等、此の五字を受持すれば自然に彼の因果の功徳を譲り与えたもう」。

昭和定本日蓮聖人遺文、七一一頁。


«Kanjin no honzon shō», ni iwaku:
«Shakuson no ingyō gatoku no nihō wa Myōhōrengekyō no goji ni gusoku.
Warera,
kono goji wo juji sureba shizen ni kare no inga no kudoku wo yuzuri ataeta mō».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 711.

10 - «Hokke shoshin jōbutsu shō»

In «Hokke shoshin jōbutsu shō»
(«Il Sutra del Loto è lo spirito che avvia l’ottenimento della buddhità»)
è affermato:

«[Per esempio:] come al canto di un uccello in gabbia gli uccelli richiamati,
volando [liberi] nell'aria,
si raccolgono intorno facendogli sorgere il desiderio d’uscire,
così,
la bocca che eleva il richiamo del Mistico Dharma certamente richiama a manifestazione la natura della bodhi di cui siamo dotati.
L’evocazione della natura di bodhi di Bonten e Taishaku ci munisce protezione
e,
all’evocazione della natura di bodhi,
Buddha e bodhisattva si deliziano di gioia.
È questo lo spirito che intende spiegare [la frase]:
“Quand’anche per poco qualcuno lo abbracci si fa per me gioia esultante
e per i Buddha tutti sippure[1]”.
Se questo avviene è perché anche tutti i Buddha,
nel presente, nel passato e nel futuro,
ottengono il risveglio per mezzo dei cinque caratteri di Myōhōrengekyō.
È proprio questo “Mistico Dharma,
che fa ottenere buddhita alla totalità degli esseri viventi”,
ciò che è chiamato “impulso originale originale e fondamentale[2]
che porta tutti i Buddha delle tre esistenze a manifestarsi al mondo”.
Sii persona che leva la recitazione di Namumyōhōrengekyō attenendosi a questo con la dovuta proprietà,
per ottenere uno spirito adeguato al Buddhadharma,
senza “reticenze a mutar errate concezioni[3]”
e con uno “spirito privo dell’arrogante presunzione che le cinque componenti costituiscano ‘io[4]’alcuno”».

Redatto nel terzo anno dell’era Kenji (1277), da Minobu, all’età di 56 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1433.

[1] Capitolo Hōtō (Torre preziosa) Nyaku zan ji sha. Ga soku kan gi. Sho butsu yaku nen.
[2] 本懐 Honkai.
[3] 偏執Henshu.
[4]我慢偏執gaman.In sanscrito: ātma-māna o asmi-māna


<法華初心成仏抄>に曰く:

「譬へば寵の中の鳥なけば空とぶ鳥のよばれて集まるが如し。
空とぶ鳥の集まれば寵の中の鳥も出でんとするが如し。
口に妙法をよび奉れば、我が身の仏性もよばれて必ず顕れ給ふ。
梵王・帝釈の仏性はよばれて我等を守り給ふ。
仏菩薩の仏性はよばれて悦び給ふ。
されば「若し暫くも持つ者は、我れ則ち歓喜す、
諸仏も亦然なり」と説き給ふは此の心なり。
されば三世の諸仏も妙法蓮華経の五字を以て仏に成り給ひしなり。
三世の諸仏の出世の本懐、一切衆生皆成仏道の妙法と云ふは是なり。
是等の趣きを能く能く心得て仏になる道には、
我慢偏執の心なく南無妙法蓮華経と唱へ奉るべき者なり」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一四三三頁。

«Hokke shoshin jōbutsu shō» ni iwaku:

«[Tatoeba] kago no naka no tori wa nakeba sora tobu tori no yobarete atsumaru gotoshi.
Sora tobu tori no atsumareba kago no naka no tori mo iden to suru gotoshi.
Kuchi no Myōhō wo yobitatematsureba,
wa ga mo no busshō mo yobarete kanarazu arawaretamau.
Bon’Ō, Taishaku no busshō wa yobarete warera wo mamoritamau.
Butsu, bosatsu no busshō wa yobarete yorokobitamau.
Sareba:
«moshi shiku mo motsu mono wa, ware sunawachi kangi su, shobutsu mo yakunen nari»
to tokitamau wa kono kokoro nari.
Sareba sanze no shobutsu mo Myōhōrengekyō no goji wo motte butsu ni naritamai shi nari.
Sanze no shobutsu no shusse no hongai,
issai shujō kai jōbutsudō no Myōhō to iu wa kore nari.
Kono omomuki wo yoku-yoku kokoro ete butsu ni naru michi ni wa,
gaman, henshu no kokoro naku Namumyōhōrengekyō to tonaetatematsuru beki mono nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1433.

11 - «Myōmitsu shōnin goshōsoku»

In «Myōmitsu shōnin goshōsoku»
(«Risposta a Myōmitsu shōnin»)
è affermato:


«Ora, Nichiren, ha già realizzato profondamente,
dell’essenza del Daimoku dell’unico sutra,
il cruciale monito per se stesso e per coloro che lo recitano:
“Come,
con naturalezza,
si raddrizzano il corpo dell’artimisia in mezzo alla canapa
e il tronco segnato dall’inchiostro [del mastro falegname],
[l’Odaimoku] non mancherà di raffinare anche noi stessi”.
Se il Sutra è recitato per ciò che esso è, lo spirito non sarà distorto.
Bisogna ben comprenderlo.
È arduo recitarlo senza che lo spirito del Buddha entri a far parte integrante della nostra vita».

Redatto nel secondo anno dell’era Kenji (1276) , da Minobu, all’età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1166.

<妙蜜上人御消息>に曰く:

「今日蓮は、
已今當の経文を深くまり、
一経の肝心たる題目を、我も唱え人にも勧む。
麻の中の蓬、墨うてる木の、自体は正直ならざれども、
自然にすぐなるがごとし。
経のままにと唱うれば、まがれる心なし。
當に知るべし。
仏の御心の、我等が身に入らせ給わずば唱えがたきか」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一一六六頁。


«Myōmitsu shōnin goshosoku» ni iwaku:

«Ima Nichiren wa,
ikontō kyōmon wo fukakumari,
ichikyō kanjin taru daimoku wo,
ware mo tonae hito ni mo susumu.
Asa no yomogi, sumi uteru ki no,
jitai wa shōjiki narazare do mo,
shizen ni sugunaru ga gotoshi.
Kyō no mama ni tonaereba magaru kokoro nashi.
Masa ni shiru beshi.
Hotoke no migokoro no,
warera ga mi ni irasetamawazuba tonaegataki ka».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1166.

12 - «Shohō jissō shō»

Nello «Shohō jissō shō»
(“La vera natura di tutti i dharma”)
è affermato:

«Oggi,
verso lacrime continuando a pensare alle grandi avversità e,
pur gioendo per il futuro ottenimento dell’illuminazione,
non ho freno alle lacrime.
Gridano uccelli e insetti, senza versar lacrime,
ma Nichiren,
pur senza grida,
versa lacrime,
e privo di tregua.
Queste non sono lacrime per cose mondane…
esse sono maturate solo per il Sutra del Loto
e forse dovrebbero dirsi lacrime di amrita».

Redatto nel 10° anno dell’era Bun’ei (1273), a Ichinosawa (Sado), all’età di 52 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 728.

«諸法実相抄»に曰く:

「現在の大難を思いつづくるにもなみだ、
未来の成仏を思うて喜ぶにもなみだせきあへず、
鳥と虫とはなけどもなみだをちず、
日蓮はなかねどもなみだひまなし、
此のなみだ世間の事には非ず但偏に法華経の故なり、
若しからば甘露のなみだとも云つべし」。

昭和定本日蓮聖人遺文、七二八頁


«Shohō jissō shō» ni iwaku:
«Genzai no dainan wo omoitsuzukuru ni mo namida,
mirai no jōbutsu wo omotte yorokobu ni mo namida sekiaezu,
tori to mushi wa nake do mo namida wo arazu,
Nichiren nakanu do mo namida hima nashi,
kono namida seken no koto ni wa arazu hitoe ni hokkekyō no yue nari,
moshi araba kanrō no namida to iitsubeshi».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 728.

13 - «Kaimoku shō»

In «Kaimoku shō»
(«L’apertura degli occhi»)
è affermato:

«Sotto l'influenza del bene o del male,
l’abbandono del Sutra del Loto destina all’inferno.
Ho desiderato innalzare il sommo voto e,
anche se anche il paese del Sol Levante mi offrisse un rango,
se,
per una successiva rinascita,
mi si proponesse di scartare il Sutra del Loto per i Sutra Kanmuryōju,
se decapitassero mio padre e mia madre a meno che non recitassi il Nenbutsu… qualunque grande avversità possa capitarmi in futuro,
finché persone di saggezza non confuteranno la giustizia [di ciò che affermo],
io non cederò.
Tutto il resto è come polvere al vento.
Per me che sono intenzionato e dedito ad essere pilastro per il Giappone,
occhi per Giappone e,
per il Giappone,
supremo vascello,
non è possibile venir meno al [mio] voto»!

Redatto nel nono anno dell’era Bun’ei (1272) , da Tsukahara (Sado), all’età di 51 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 601.


<開目抄>に曰く:

善に付け悪につけ法華経をすつるは地獄の業なるべし、
大願を立てん日本国の位をゆづらむ、
法華経をすてて観経等について後生をごせよ、
父母の頚を刎ん念仏申さずば、
なんどの種種の大難出来すとも智者に我義やぶられずば用いじとなり、
其の外の大難風の前の塵なるべし、
我日本の柱とならむ
我日本の眼目とならむ
我日本の大船とならむ等とちかいし願やぶるべからず。

昭和定本日蓮聖人遺文、六〇一頁。


«Kaimoku shō» ni iwaku:

Zen ni tsuke aku ni tsuke Hokkekyō wo sutsuru wa jigoku no gyō naru beshi,
daigan wo taten Nihonkoku no kurai yutsuramu,
Hokkekyō wo sutete Kankyōra nit suite goshō wo gozeyo,
fumu no kubi wo hanen Nenbutsu mōsazuba,
nando no shuju no dainan shuttai su to mo
chisha ni waga ki yaburazuba mochi iji to nari,
sono hoka no dainan kaze no chiri naru beshi,
ware Nihonkoku no bashira to naramu,
ware Nihonkoku no genmoku to naramu,
Nihonkoku no taisen to naramu ra to chikai shi gan yaburu bekarazu.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 601.

14 - «Itai Dōshin Ji»

In «Itai Dōshin Ji»
(«Corpi differenti e spirito unificato»)
è affermato:

«Se i nostri spiriti maturano in itai dōshin
tutte le cose andranno a compimento
ma in dōtai ishin non si potrà realizzare alcunché.
Ciò è sancito in oltre tremila volumi di testi non buddhisti.
Il re Chou degli Yin,
fu sconfitto in battaglia con settecentomila cavalieri in Dōtai ishin;
al re Wu di Chou arrise vittoria,
nonostante [capeggiasse] ottocento uomini.
giacché erano in itai dōshin.
Anche una singola persona,
se ha uno spirito diviso in due,
è destinata a fallire,
mentre centinaia o migliaia di persone,
se hanno spirito unificato,
realizzeranno certamente le proprie questioni».

Redatto nel primo anno dell’era Bun’ei (1264), a Minobu, all’età di 53 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 829

<異体同心事>に曰く:

「異体同心なれば万事を成し同体異心なれば
諸事叶う事なしと申す事は外典三千余巻に定りて候 、
殷の紂王は七十万騎なれども同体異心なればいくさにまけぬ。
周の武王は八百人なれども異体同心なればかちぬ。
一人の心なれども二つの心あれば其の心たがいて成ずる事なし、
百人千人なれども一つ心なれば
必ず事を成 ず」。

昭和定本日蓮聖人遺文、829頁。


«Itai Dōshin Ji» ni iwaku:

«Itai dōshin nareba banji wo nashi dōtai ishin nareba
shoshi wo kanou koto nashi to mōsu koto wa geden sanzen yokan ni sadamaritesōrō,
in no Chū Ō wa sjichijuman ki nare do mo
itai dōshi nareba ikusa ni makenu.
Shū no bu’Ō wa happyaku nin naredomo,
itai dōshin nareba kachinu.
Hitori no kokoro nare do mo
futatsu no kokoro areba,
sono kokoro tagaite jō zuru koto nashi.
Hyakunin sennin nare do mo,
hitotsu kokoro nareba kanarazu koto wo jō zu».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 829.

15 - «Nyosetsu shugyō shō»

Nel «Nyosetsu shugyō shō»
(«Sul praticare come [il Buddha] ha insegnato»)
è affermato:

«Al tempo in cui,
sotto un unico cielo,
i diecimila popoli[1] porteranno a compimento
[lo spirito del brano che afferma:]
“tutti i veicoli [confluendo] nell’unico veicolo del Buddha[2]”,
aspirando alla prosperità solo del Mistico Dharma
e [quando] i diecimila popoli leveranno una sola,
stessa recitazione di Namu myōhō renge kyō…
[allora] il vento soffierà senza far scricchiolar rami,
la pioggia cadrà senza smuover terra,
il mondo tornerà come all’epoca di Fuxi[3] e Shennong[4].
Allora,
affrancati dalla disgrazia degli odierni disastri
e calamità conseguiremo l’arte della longevità.
Al tempo in cui gli uomini nutriranno aspirazione a vivere nel Dharma
ed in mutua armonia,
sarà loro reciprocamente manifesta la conformità al principio [che afferma:]
“né vecchiaia né morte”[5].
Che nessuno lasci istanza al dubbio che possa esserci prova di un mondo pacifico e sereno».

Redatto a Ichinosawa (Sado), nel decimo anno dell’era Bun’ei (1273), all’età di 52 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 733.


<如説修行抄 >に曰く:

天下万民諸乗一仏乗と成って妙法独り繁昌せん時、
万民一同に南無妙法蓮華経と唱え奉らば吹く風枝をならさず雨壤を砕かず、
代は羲農の世となりて今生には不祥の災難を払ひ、
長生の術を得、
人法共に不老不死の理顕れん時を各各御覧ぜよ現世安穏の證文疑い有るべからざる者なり。
昭和定本日蓮聖人遺文、
七三三頁。

«Nyosetsu shugyō shō» ni iwaku:

«Tenka banmin shojō ichibutsu-jō to natte
Myōhō hanjō sen toki,
banmin ichidō ni Namumyōhōrengekyō to tonaetatematruraba
fuku kaze eda wo narasazu ame tsuchikure kudakazu,
yō wa Gi Nō no yo to narite,
konjō ni wa fushō no sainan wo harai,
chōsei no jutsu wo e,
ninpō tomo ni furō-fushi no kotowari
arawaren toki wo kaku-kaku goranzeyo,
genze an’on no shōmon utagai aru bekarazaru mono nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 733.

_____________
note:
[1]Tenka banmin 天下万民. significa tutte le genti” o “tutti i popoli” (“banmin”) del “mondo” (“tenka”) ma ho preferito lasciare la traduzione letterale per tentare di evocare la sensibilità estetica dell’antica cultura cinese. Per i cinesi del periodo aureo significava il loro impero...

[2]È una frase complessa in quanto utilizza il verbo “naru”, passibile di molteplici applicazioni ed accezzioni, tuttavia la compresenza di due fattori -o condizioni - (nello specifico “tutti i veicoli” e “l’unico veicolo del Buddha”) abitualmente implica la trasformazione del primo fattore –o condizione- nel secondo. In questo modo la rosa dei significati spazia tra il “convertire”, “maturare”, “assimilare”, “agglutinare”, “familiarizzare” (il primo fattore al secondo) ecc… Questo è legato al tema portante del Sutra del Loto che è quello di disporre la natura dei dieci mondi (da inferno a buddhità) a manifestare l’implicita natura di Buddha.

[3]Fuxi 伏羲: Mitica figura della storia leggendaria cinese. Traslitterato anche “Hu Hsi” è oggi chiamato Taihao. Sua sorella e sposa era Nüwa, dea della fecondità e nume tutelare dei matrimoni e della nascite. Dalla loro unione, in seguito a un diluvio catastrofico, avrebbe avuto origine l’umanità. Le leggende lo tramandano, quindi, insegnare la pesca e l'allevamento agli uomini e, successivamente, nel ruolo di mediatore tra questi e gli esseri divini.

È nel periodo che anticipa la dinastia Xia, tra il 2850 e il 2205 a.C che vengono collocate le figure note come i “Tre Augusti” (Fuxi伏羲, Nuwa女媧e Shennong神農) e i “Cinque Imperatori”. Sima Qian -storico cinese morto intorno al 90 a.C.- nei suoi Annali Storici, scrive che i Tre Augusti (conosciuti anche come “il Celeste Sovrano”, “il Sovrano Terreno” e “il Sovrano Umano") avrebbero regnato per svariati millenni, artefici di un periodo di grande prosperità per il Paese di Mezzo.
(da http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_cinese
e da http://www.corriereasia.com/cina/storia_della_cina.shtml)

[4]Shennong (神農) Altra figura mitica tra gli eroi culturali della storia leggendaria cinese. Gli si attribuisce l’invenzione dell'agricoltura ed una certa importanza anche nel commercio. Gli è attribuita anche la scoperta delle piante medicinali (da http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_cinese).

[5]Furō-fushi不老不死 “ne vecchiaia ne morte”.Si riferisce ad una frase dello «Yaku’Ō bosatsu honji bon» (il 23° capitolo del Sutra del Loto –Myōhōrengekyō- nella versione del Venerabile Kumarajiva):


此経則為。 Ze kyō soku i. Questo sutra sarà per
閻浮提人。 Enbudai nin. la gente del Jambudvipa*
病之良薬。 Byō shi rōyaku. medicina buona contro la malattia.
若人有病。 Nyaku nin u byō. Se una persona avesse malattia...
得聞是経。 Toku mon ze kyō. Ottenuto l'ascolto di questo Sutra...
病即消滅。 Byō soku shōmetsu. Svanirebbe, dissolta, la malattia.
不老不死。 Furō-fushi. Né vecchiaia, né morte...

*(il [nostro]“continente degli esseri umani”secondo una antica concezione cosmologica indiana; n.d. t.)

16 - «Risshō Ankoku Ron»

Nel «Risshō Ankoku Ron»
(«Trattato per istituire corretto [insegnamento del Buddha] e pace nel paese»)
è affermato:

«Dovresti al più presto mutare di poco[1] lo spirito della tua fede e, tempestivamente,
convertirti all’unico vero bene del vero veicolo,
Quindi,
in considerazione di questo,
il triplice mondo diverrebbe la terra di tutti i buddha.
Come potrebbe declinare la terra del Buddha?
Nelle dieci direzioni essa è interamente terra di tesori.
E come potrebbe essere distrutta una terra di tesori?
Quando nel paese non c’è decadenza e per la terra non vi è distruzione
si dispone sicurezza fisica e spirito concentrato[2]
[sull’insegnamento del Buddha e sulla sua realizzazione].
È doveroso che queste parole e questi discorsi siano fatti [oggetto di] fede,
è doveroso farne oggetto di raccoglimento,
guida e progresso[3]».

Redatto a Kamakura, nel primo anno dell’era Bun’ō, all’età di 39 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 226.

________________________________________
note:
[1] 寸心 "sunshin" letteralmente sarebbe "un po' di spirito". Vuol dire "un minimo di sincera applicazione mentale"... tuttavia si tratta di una espressione cortese ben calzante tenore delle relazioni sociali tra classi sociali distanti, come tra l'autore del Risshō ankoku ron ed il suo destinatario - Hōjō Tokiyori - reggente ritirato, già ordinato monaco laico e garantito del sigillo d'illuminazione dal suo maestro zen, Lin chi Daolun-Rankei Dōryū (蘭渓道隆, 1213-78).

[2] 禅定 “zenjō” è propriamente la “meditazione” con, implicitamente, i suoi oggetti, i suoi modi e le sue finalità.

[3] 崇む “ogamu” è un verbo polivalente -come solitamente sono le espressioni buddhiste- pertanto la lineare traduzione “venerare” rischia di confondere la richiesta tecnica di complementarietà tra “fede” e “applicazione” giacché
è questa (complementarietà) la “de-vozione” buddhista nel suo senso più proprio.
Sono questi i motivi che mi hanno portato a scegliere tre diversi –e complementari- significati anziché limitarmi a predilirne uno solo.



<立正安国論>に曰く:

「汝、
早く信仰之寸心を改めて、
速やかに実乗之一善に帰せよ。
然れば則ち三界は皆仏国也。
仏国其れ衰へん哉。
十方は悉く宝土也。
宝土何ぞ壊れん哉。
国に衰微無く土に破壊無くんば、
身は是れ安全にして、
心は是れ禅定ならん。
此の詞此の言信ずべく崇むべし矣」。

昭和定本日蓮聖人遺文、二二六頁。

« Risshō Ankoku Ron » ni iwaku:

«Nanji,
hayaku shinkō no sunshin wo aratamete,
sumiyaka ni jitsujō no ichizen ni kiseyo.
Shikareba sunawachi sangai wa mina bukkoku nari.
Bukkoku sore otoroen ya.
Jippō wa kotogotoku hōdo nari.
Hōdo nanzo yaburen ya.
Kuni ni suibi naku do ni haen nakunba,
mi wa kore anzen ni shite,
kokoro wa zenjō naran.
Kono kotoba,
kono koto no shizu beku,
ogamu beshi».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 226.

17 - «Yasaburō dono gohenji»

In «Yasaburō dono gohenji»
(«Risposta alla Signoria di Yasaburō»)
è affermato:

«Ora,
questo paese del Sol Levante è sotto governo di Shakyamuni.
Il complesso intero di Tenshō Daijin, Hachiman Daibosatsu,
imperatore Jimmu e tutti gli altri,
fino a giungere alle diecimila genti,
è sotto governo Shakyamuni.
Per noi,
schiera d’esseri viventi,
[ci sono ]tre ragioni per cui questo Buddha è il Buddha cui preservar somma gratitudine:
primo,
egli è sovrano del paese,
secondo,
ne è maestro e,
terzo,
egli, ne è genitore».

Redatto nel terzo anno dell’era Kenji (1277), da Minobu, all’età di 56 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1366.


<弥三郎殿御返事 >に曰く:

「今此の日本国は釈迦仏の御領なり、
天照太神八幡大菩薩神武天皇等の一切の神国主
並に万民までも釈迦仏の御所領の内なる上、
此の仏は我等衆生に三の故御坐す大恩の仏なり、
一には国主なり、
二には師匠なり、
三には親父なり」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一三六六頁。


«Yasaburō dono gohenji» ni iwaku:

«Kono Nihonkoku wa Shakabutsu no goryō nari,
Tenshō Daijin,
Hachiman Daibosatsu,
Jinmu Tennō ra no issai no kami Kokushu ni banmin made mo
Shakabutsu no goshoryō no uchi naru ue,
kono butsu wa warera shujō ni san no yue mashimasu daion no butsu nari,
ichi ni wa kokushu nari,
ni ni wa shishō nari,
mitsu ni wa shinbu nari.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1366.

18 - «Senji shō» - «Tōki dono gosho»

Nel «Senji shō»
(«Sulla scelta del tempo»)
è affermato:

«Sono nato nelle terre del Signore [attuale]
e anche se dovessi apparire attenermi a seguirlo nel corpo e nelle azioni,
nel mio spirito,
non posso esser tenuto a seguirlo».

Redatto nel primo anno dell’era Kenji (1275), a Minobu, all’età di 54 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1053.


<選時抄>に曰く:

「王地に生まれたれば身をば随へられたてまつるやうなりとも、
心をば随へられたてまつるべからず」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一〇五三頁。


«Senji shō» ni iwaku:

«Ōchi ni umaretareba mi wo ba shitagaerare tatematsuruyō nari to mo,
kokoro wo ba shitagaerare tatematsuru bekarazu».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1053.


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Nel «Tōki dono gosho»
(«Scritto alla Signoria di Tōki»)
affermato:

«Per i miei discepoli è disposto:
che il sonno notturno sia limitato e che,
durante il giorno,
non ci sia sosta a oziare!

Per una vita trascorsa futilmente,
non abbiate ad accusar il rimpianto di diecimila anni
(il futuro, eternamente; n. d. t.)»

Redatto nel terzo anno dell’era Kenji (1277), a Minobu, all’età di 56 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1373.


<富木殿御書>に曰く:

我が門家は夜は眠りを断ち
昼は暇を止めて之を案ぜよ。
一生空しく過ごして万歳悔ゆること勿れ。

昭和定本日蓮聖人遺文、一三七三頁。


«Tōki dono gosho »

Waga monke wa yoru wa nemuri tanchi,
hiru wa hima wo todomete no wo anzeyo.
Isshō munashiku sugoshite banzai kayuru koto nakare.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1373.

19 - «Shokyō to Hokkekyō nan’i no koto» - «Dannotsubō Gohenji»

In «Shokyō to Hokkekyō nan’i no koto»
(«Confronto tra facile e difficile del Sutra del Loto e di tutti i Sutra»)
è affermato:

«Poichè il Dharma del Buddha versa al progressivo,
totale decadimento,
anche il mondo secolare è soggetto a corruzione ed impurità.
Il Buddhismo è come il corpo e il mondo secolare è come l'ombra:
quando il corpo si incurva anche l'ombra si inclina».

Redatto il terzo anno di Kōan (弘安1280), a Minobu, all’eta di cinquantanove anni.
Destinato a Tōki Jōnin
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1752.


<諸経与法華経難易事>に曰く

「仏法やうやく顛倒しければ世間も又濁乱せり、
仏法は体のごとし世間はかげのごとし体曲れば影ななめなり」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一七五二頁。


«Shokyō to Hokkekyō nan’i no koto» ni iwaku:

«Buppō yōyaku tendō shikereba seken no mata journ seri,
buppō wa tai no gotoshi
seken wa kage no gotoshi
tai magareba kage mo nanamenari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1752.

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Nel «Dannotsubō Gohenji» («Risposta ad un credente») è affermato:

«Nello svolgimento del servizio al tuo signore
sia posta in concreto la tua interiore devozione[1] al Sutra del Loto
giacchè questo è [il senso della frase]
“il prodursi delle attività vitali,
nella totalità delle questioni secolari
e nella loro reciproca compenetrazione,
è reale interamente e senza contravvenenze”
(“ issai seken no jishō sangyō wa jissō to sōikai sezu[2]”)».

Redatto il primo anno dell’era Kōan (弘安 1280), a Minobu, all’eta di cinquantasette anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1493.


<檀越某御返事>に曰く

「御みやづかいを法華経とをぼしめせ、「一切世間の治生産業は皆実相と相違背せず 」とは此れなり」。

昭和定本日蓮聖人遺文・1493頁。

«Dannotsubō Gohenji» ni iwaku:

«Onmi ya zukai wo Hokkekyō to oboshimese,
"issai seken no jishō sangyō wa
jissō to sōikai sezu"
to wa
kore nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1493.

[1]思召す[おぼしめす]"Oboshimesu" offre una meravigliosamente profonda occasione di riflessione: è un verbo che potremmo parafrasare col nostro concetto di "coerenza" che, letteralmente, significa "dare [competente] sviluppo a pensieri e/o sentimenti".

[2]Il capito 19° del Sutra del Loto (Hosshi kudoku hon 法師功徳品) afferma:

諸所説法。Sho i seppō. Tutte le spiegazioni del Dharma.
随其義趣。Zui gi gi shu. Si accordano alla sua comprensione.
治生産業。Ji shō sangyō. Il governo e gli affari della vita.
皆與實相。Kai yo jissō. Tutti, interamente, nei confronti della la vera natura.
不相違背。Fu sō ihai. Non sono [contengono] errori e non [vi] contravvengono.

L'«Hokke mongu» 法華文句 di Tientai 天台 (Saichō 最澄 767-822) commenta così il brano sopra citato:

一切世間治生産業。Issai seken ji shō sangyō. Tutti gli affari della vita e del governo.
皆與實相不相違背。Kai yo jissō fu sō ihai. Non sono erronei o contrari alla vera natura.

20 - «Omonzu nyōbō gohenji»

Nello «Omonzu nyōbō gohenji»
(«Risposta alla monaca di Omosu»)
è affermato:

«In primo luogo,
riguardo la questione "in che posto siano inferno e Buddha",
alcuni sutra li dichiarano al di sotto della terra
e altri affermano che si trovano in direzione d’ occidente ma,
se cerchiamo più attentamente,
si giunge a percepirli nelle nostre stesse persone.
Se penso cosi,
è perché l'inferno è nello spirito nostro...
se serbiamo rancore verso i padri
oppure [nello spirito] di colui non ha considerazione della madre.
Come i semi di loto,
per esempio,
dimostrano possedere sia i semi che i frutti,
anche ciò che chiamiamo "Buddha" esiste nel nostro spirito».

Redatto nel quarto anno dell’era Kōan, a Minobu, all’età di 60 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1856.



<重須如房御返事>に曰く:

「抑そも地獄と仏とはいづれの所に候ぞとたづね候へば、
或は地の下と申す経もあり、
或は西方等と申す経も候。
しかれども委細にたづね候へば、
我等が五尺の身の内に候とみへて候。
さもやをぼへ候事は、
我等が心の内に父をあなづり、
母ををろかにする人は、
地獄其の人の心の内に候。
譬へば蓮のたね中に花と菓とのみゆるがごとし。
仏と申す事も我等の心の内にをはします」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一八五六頁。



«Omonzu nyōbō gohenji» ni iwaku:

«Somosomo jigoku to hotoke wa
izure no tokoro ni sōrōzo tazunesōrōeba,
arui wa tsuchi no shita
to mōsu kyō mo ari,
arui wa nishihō ra
to mōsu kyō mo sōrō.
Shikaredomo isai ni tazunesōrōeba,
warera ga go shaku no mi no uchi ni sōrō to mietesōrō.
Sa mo ya oboe soro koto wa,
warera ga kokoro no uchi ni fu wo anazuri,
haha wo oroka ni suru hito wa,
jigoku sono hito no kokoro no uchi ni sōrō.
Tatoeba ren no tane naka ni hana to mi to nomiyuru ga gotoshi.
Hotoke to mōsu koto mo
warera no kokoro no uchi ni ohashimasu».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1856.

21 - «Bō ji kyō no koto»

In «Bō ji kyō no koto» è affermato:

«Ho riposto,
davanti al nostro prezioso maestro Shakyamuni,
le reliquie del corpo alto cinque piedi di tua madre che ha lasciato la [nostra] terra.
Giungi le mani in rispettosa preghiera,
disponi aperti entrambi gli occhi
e lascia che la gioia dissolva il dolore.
La mia testa è testa di genitore,
le mie gambe sono gambe di genitore,
le mie dieci dita sono dita di genitore
e la mia bocca è bocca di genitore...
così come,
per esempio,
sono simili il seme e frutto,
corpo ed ombra».

Redatto nel secondo anno dell’era Kenji (1276), a Minobu, all’età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1151.

<忘持経事>に曰く:

「教主釈尊の御宝前に母の骨を安置し、
五体を地に投げ合掌して両眼を開き尊容を拝し、
歓喜身に余り身心の苦忽ち息む。
我が頭は父母の頭、
我が足は父母の足、
我が十指は父母の十指、
我が口は父母の口なり。
譬へば種子と菓子と
身と影との如し」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一一五一頁。

«Bōji kyō no koto» ni iwaku:

«Kyōshu Shakuson no gotakara mae ni haha no kotsu wo anchi shi,
gotai wo chi ni tsuge gasshô shite ryōkan wo hiraki sonyō wo hai shi,
kanki mi ni amari shinjin no ku tachimochiyamu.
Wa ga atama wa fubo no atama,
wa ga ashi wa fubo no ashi,
wa ga jōshi wa fubo no jūshi,
wa ga kuchi wa fubo no kuchi nari,
Tatoeba tane to konomi to
mi tomi to kage to no gotoshi».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1151.

22 - «Ueno dono gohenji»

In «Ueno dono gohenji»
(«Risposta alla Signoria di Ueno»)
è affermato:

Per una donna il proprio uomo è un tesoro prezioso e
per un uomo la propria donna è la vita stessa.

Redatto nel secondo anno dell’era Kōan (1279), a Minobu, all’età di 58 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1622.

<上野殿御返事>に曰く:
女人はおとこを財とし、
おとこは女人をいのちとす。

昭和定本日蓮聖人遺文、一六二一頁。


«Ueno dono gohenji» ni iwaku:

«Nyonin wa otoko wo takara to shi,
Otoko wa nyonin wo inochi to su.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1621.
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In «Sennichiama gohenji» («Risposta alla monaca Sennichi») è affermato:

Il marito è come un pilastro e la moglie è come una trave.
Simile a gambe è un marito e simile al busto una moglie.
Un marito è simile ad "ali" e come "corpo" è una moglie.
Con ali e corpo separate come può volare un uccello?
La trave crolla a terra senza pilastro e,
una casa in cui manca un uomo,
è come un uomo privo dello spirito vitale.

Redatto nel terzo anno dell’era Kōan (1280), all’età di 59 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1762.



<千日尼御返事>に曰く:

をとこははしら(柱)のごとし 女はなかわ(桁)のごとし、をとこは足のごとし・女人は身のごとし、をとこは羽のごとし・女はみのごとし、羽とみと・べちべちに・なりなば・なにを・もつてか・とぶべき、はしらたうれなばなかは地に堕ちなん、いへにをとこなければ人のたましゐなきがごとし

昭和定本日蓮聖人遺文、一七六二頁。



«Sennichiama gohenji» ni iwaku:

Otoko wa bashira no gotoshi onna wa nakawa no gotoshi,
otoko wa ashi no gotoshi nyonin wa mi no gotoshi,
otoko wa hane no gotoshi,
onna wa mi no gotoshi,
hane to mi to bechi-bechi ni narinaba, nani wo motsuteka tobu beki,
hashira taurenaba nakawa wa tsuchi ni ochinan,
ie ni otoko nakereba hito no tamashi inaki ga gotoshi.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1762.

23 - «Kyōdai shō»

Nel «Kyōdai shō»
(«Lettera ai fratelli»)
è affermato:

«Nelle questioni [che le riguardano],
le donne,
assecondando soggetti
fan sì d'esserne assecondate…»

Redatto nel dodicesimo anno dell’era Bun’ei, a Minobu, all’età di 54 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 932.


<兄弟抄>に曰く:

「女人となる事は物に随って物を随える身也」。

昭和定本日蓮聖人遺文, 九三二頁。



«Kyōdai shō» ni iwaku:

«Nyonin to naru koto wa
mono ni shitagatte
mono wo shitagaeru mi nari».

Redatto nel secondo anno dell’era Kenji (1276), a Minobu, all’età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 932.

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Nel «Tōkiama gozen gohenji» («Risposta alla monaca Tōki») è affermato:

La velocità di una freccia proviene dalla forza dell’arco,
la consistenza delle nuvole dalla forza del dragone
e
l’operato di un uomo [si lega] dall’energia della [propria] donna.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1147.

<富木尼御前御書 >に曰く:

矢のはしる事は弓の力、
雲の事は竜の力、
男の仕業は女の力なり。

昭和定本日蓮聖人遺文、一一四七頁。

«Tōkiama gozen goheni» ni iwaku:

Ya no hashiru koto wa yumi no chikara,
kumo no koto wa taki no chikara,
otoko no shigyō wa onna no chikara nari.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 1147.

24 - «Omonzu nyobō gohenji» - «Jiri kuyō gosho»

Nello «Omonzu nyobō gohenji»
(«Risposta alla monaca di Omosu»)
è affermato:

«La sventura proviene dalla bocca e ci porta a distruzione.
La fortuna proviene dallo spirito,
[esso] ci dignifica e ci arricchisce».

Redatto nel quarto anno dell’era Kōan (弘安1281), a Minobu, all’età di 60 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1856.


<重須殿女房御返事>に曰く:


わざわいは口より出でて身をやぶる。さいわいは心よりいでゝ我をかざる。

昭和定本日蓮聖人遺文、1856一八五九頁。


«Omonzu nyobō gohenji» ni iwaku:

«Wazai wa kuchi yori idete mi wo yaburu.
Saiwai wa kokoro idete waga wo gazaru».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1856.


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Nel «Jiri kuyō gosho»
(«Principi e fenomeni dell'offerta»)[1]
è affermato:

«Per i pesci, che nell’acqua vivono, l’acqua è un tesoro.
Per gli alberi, che vivono sulla terra il tesoro è la terra.
Per gli uomini che vivono di cibo son tesoro gli alimenti.
Il più prezioso tra tutti i tesori è ciò che chiamiamo vita».

Redatto nel secondo anno dell’era Kenji (1276), a Minobu, all’età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1261.


<事理供養御御書 >に曰く:
 
魚は水に住む、水を宝とす。木は地の上にをい(生)て候、地を財とす。人は食によて生あり、食を財とす。いのちと申す物は一切の財の中に第一の財なり。

昭和定本日蓮聖人遺文、一二六一頁。


«Jiri kuyō gosho» ni iwaku:

«Sakana wa mizu ni sumu, mizu wo takara to su.
Ki wa tsuchi no ue ni idesōrō, tsuchi wo takaara to su.
Hito wa shoku ni yotte iki ari, shoku wo takara to su.
Inochi to mōsu mono wa issai no takara no naka ni daiichi no takara nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1261.

..........
note
[1] Nella scuola Kegon 華厳 (sanscrito: "Avatamsaka"; cinese: "Huayan") "riji" 理事 traduce "il principio che soggiace l'esistenza e il suo rapporto con i quotidiani accadimenti che tale principio anima".
E' l'equivalente della relazione che il termine tecnico "taiyō" 體用 traduce ("rapporto tra "concreta sostanza o corpo e sue funzioni").

25 - «Kaimoku shō»

Nel «Kaimoku shō»
(«L'apertura degli occhi»)
è affermato:

«Ciò che chiamiamo pietà filiale è cosa elevata.
Seppure il cielo sia cosa elevata [esso] non lo è quanto la pietà filiale.
E ancora, la pietà filiale è cosa così profonda che,
sebbene anche la terra sia cosa profonda,
[essa] non è più profonda della pietà filiale.
Le due categorie dei santi e dei saggi provengono da famiglie ov’è presente la pietà filiale.
Come potrebbero,
a maggior ragione,
proprio le persone che studiano il Buddhadharma,
trascurarne la gratitudine
e la cura [adeguata] per saldarne il debito?
I discepoli del Budda devono,
assolutamente,
considerare i quattro doveri della gratitudine
e devono sapere come assolverli».

Redatto nel nono anno dell'era Bun'ei (1273), a Tsukahara (Sado), all'età di 51 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 544.


<開目抄>に曰く:

「孝と申すは高也。
天高けれども孝よりも高からず。
又孝とは厚也。
地あつけれども孝よりは厚からず。
聖賢の二類は孝の家よりいでたり。
何に況んや仏法を学せん人、
知恩報恩なかるべしや。
仏弟子は必ず四恩をしって
知恩報恩をほうずべし」。

昭和定本日蓮聖人遺文、五四四頁


Kaimoku shō ni iwaku:

«Rō to mōsu wa takai nari.
Ten takeredomo rō yori mo takarazu.
Mata rō to mōsu wa kō atsui nari.
Tsuchi atsukeredomo rō yori wa atsukarazu.
Seiken no nirui wa rō no ie yori idetari.
Aga ni iwanya buppō wo gakusenjin,
chion hō’on nakarubesha.
Otoke deshi wa kanarazu shion wo shitte
chion hō’on hōzu beshi»。

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 544.

26 - «Kōnichibō gosho»

Nel «Kōnichibō gosho»
(«Lettera a Kōnichibō»)
è affermato:

«Affonda in acqua un amo.
Non si trattiene in cielo la pioggia.
Entrano nell’inferno coloro che uccidono una formichina,
non possono sfuggire ai malvagi sentieri coloro che tagliano i corpi in [stato di] morte e,
ancor più,
coloro che prendono la vita degli esseri viventi ma,
su una robusta imbarcazione,
perfino un gran macigno fluttua sul mare.
L’uso dell’acqua non può forse estinguere un gran fuoco?
Senza pentimento e ravvedimento non è possibile evitare i sentieri malvagi,
anche con una colpa minuscola.
Al contrario,
perfino una grande [colpa] si estigue col pentimento e con il ravvedimento».

Redatto nel secondo anno dell'era Kenji (1273), a Minobu, all'età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1158.

«光日房御書»に曰く:

「針は水にしずむ。
雨は空にとどまらず。
蟻子を殺せる者は地獄に入り、
死にかばね(屍)を切る者は悪道をまぬがれず。
何に況んや、
人身をうけたる者をころせる人をや。
但し大石も海にうかぶ、
船の力なり。
大火もきゆる事、
水の用にあらずや。
小罪なれども、
懺悔せざれば悪道をまぬかれず。
大逆なれども、
懺悔すれば罪きへぬ」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一一五八頁


«Kōnichibō gosho» ni iwaku:

«Hari wa mizu ni shizumu.
Ame wa sora ni todomarazu.
Kishi wo koroseru mono wa jigoku ni hairi,
shi ni kabane wo kiru mono wa akudō wo manukarezu.
Ika ni iwanya,
ninshin wo ukeru mono wo koroseru hito ya.
Tadashi ōishi mo umi ni ukabu,
fune no chikara nari.
Daika mo kiyuru koto,
mizu no hataraki ni arazu ya.
Shōzai naredomo,
sange sezareba akudō wo manukarezu.
Dai gyaku naredomo,
sange sureba tsumi kienu».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1158.

27 - «Tsuchirō gosho»

Nello «Tsuchirō gosho»[1] è affermato:

«Nichiren domani partirà alla volta della provincia di Sado.
Stanotte,
nonostante risentissi del freddo,
pensavo alla tua prigionia
e me ne rammaricavo.
Signore della compassione,
ti sei applicato all’intero Sutra del Loto,
con corpo e spirito partecipi,
e sarà grazie a te che i tuoi genitori,
i sei tipi di parenti
e l’interezza degli esseri viventi si potranno salvare.
Sovrabbonda il numero di coloro che,
seppur leggano le parole del Sutra del Loto con la bocca,
non lo leggono con lo spirito e,
seppure lo leggano con lo spirito,
non arrivano a leggerlo con il corpo.
È veramente cosa preziosa che riesca ad applicarti,
mutuamente,
in corpo ed in spirito».

Scritto da Echi, nell’ottavo anno di Bun’ei (1271), all’età di cinquant’anni
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 509.


«土籠御書»に曰く:

「日蓮は明日佐渡の国へまかるなり。
今夜のさむきに付けても、
ろう(牢)のうちのありさま、
思ひやられていたわしくこそ候へ。
あわれ殿は、
法華経一部を色心二法共にあそばしたる御身なれば、
父母・六親・一切衆生をもたすけ給ふべき御身なり。
法華経を余人のよみ候は、
口ばかりことば(言)ばかりはよめども心はよまず。
心はよめども身によまず。
色心二法共にあそばされたるこそ貴く候へ」。

昭和定本日蓮聖人遺文、五百九頁


«Tsuchirō gosho» ni iwaku:

«Nichiren wa asu Sado no kuni e makaru nari.
Koyoi no samuki ni tsukete mo,
rō no uchi no arisama,
omoiyararete itawashiku koso sorae.
Aware tono wa,
Hokkekyō ichibu wo
shikishin nihō tomo ni asobashitaru onmi nareba,
fubo, rokushin,
issai shujō wo mo
tasuketamau beki onmi nari.
Hokkekyō yonin no yomisorō wa,
kuchi bakari kotoba bakari wa
yome do mo kokoro wa yomazu.
Kokoro wa yomedomo mi ni yomazu.
Shikishin hō tomo ni asobasaretaru koso tattokusorō e»

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 509.


---- note----

[1]Nichiren, bandito da Kamakura, era prossimo ad essere tradotto a Sado sotto l’accusa di “agitazione sociale”. Prima di partire riuscì a scrivere una lettera al suo amato discepolo, Nichirō, che si trovava incarcerato in una grotta (Tsuchirō = “grotta di prigionia”), lo «Tsuchirō gosho», per l’appunto. Qualche anno fa l’emerito prof. Yasuji Hasegawa, della Università di Tōkai, fece sapere di essere in possesso dell’originale ma i circoli accademici non si pronunciarono sulla sua autenticità.
Oggi il contenuto della lettera è noto per le repliche delle sue copie mentre l’originale pare sia sparito.
Estratto da un articolo di Sadakata Akira 定方 晟:
«Nichiren shinseki “Tsuchirō gosho” no shozai ni tsuite»
«日蓮真蹟「土籠御書」の所在について»
«La lettera originale di Nichiren Shōnin intitolata "Tsuchiro Gosho"».

28 - «Myōichi-Ama Gozen Gohenji»

In «Myōichi-Ama Gozen Gohenji»
(“Risposta a Myoichi-ama” )
è affermato:

«Il credente del Sutra del Loto è simile all’inverno.
L’inverno si trasforma immancabilmente in primavera.
Sin da tempi antichi ancora non si è visto
né sentito di un inverno tornare autunno e,
sin da tempi antichi,
ancor non si è sentito
che un credente del Sutra del Loto rimanesse comune mortale.
Nel sutra è spiegato che:
“tra quelli disposti ad ascoltare il Dharma
nessuno mancherà di pervenire al risveglio”».
Redatto nel primo anno dell'era Kenji (1275), a Minobu, all'età di 54 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1000.

«妙一尼御前御返事»に曰く:

「法華経を信ずる人は冬のごとし。
冬は必ず春となる。
いまだ昔よりきかず、みず、冬の秋とかへれる事を。
いまだきかず、法華経を信ずる人の凡夫となる事を。
経文には
_若有聞法者 無一不成仏
〔若し法を聞くことあらん者は 一りとして成仏せずということなけん〕
ととかれて候。」

昭和定本日蓮聖人遺文、1000頁


«Myōichi-Ama Gozen Gohenji» ni iwaku:

«Hokkekyō wo shinzuru hito wa fuyu no gotoshi.
Fuyu wa kanarazu haru to naru.
Imada, mukashi yori kikazu, mizu,
fuyu no aki to kaeru koto wo.
Imada kikazu, Hokkekyō shinzuru hito no bonpu to naru koto wo.
Kyōmon wa:
“waku u monpō sha muichi fu jōbutsu”
(kanbun kundoku: moshi Hō wo kiku koto
aran mono wa hitori to shite jōbutsu sezu to iu koto naken)
to tokarete sōrō».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1000

29 - «Senji shō»

Nel «Senji shō»
(«Sulla scelta del tempo»)
è affermato:

«Il confluire dei corsi d’acqua forma il vasto mare.
L’ammontare di grani di terra forma il Su-meru (monte “Su”).
All’inizio,
nel paese del Sol Levante,
Nichiren,
come un singolo grano di terra,
era l’unico a credere nel Sutra del Loto.
Nel tempo in cui due, tre, dieci, cento, mille,
decine di migliaia e milioni di persone reciteranno il Sutra del Loto per tramandarlo…
sarà come un Su-meru di Meravigliosa Illuminazione (“Myōkaku”)
e sarà,
anche,
come il vasto mare del grande nirvana (“dainehan”).
Al di fuori di questa,
non ricercar più altra via per divenir Buddha».

Redatto nel primo anno dell’era Kenji (1275), a Minobu, all’età di 54 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1054.


«撰時抄» に曰く:

「衆流あつまりて大海となる。
微塵つもりて須弥山となれり。
日蓮が法華経を信じ始めしは日本国には一・一微塵のごとし。
法華経を二人・三人・十人・百千万億人唱え伝うるほどならば、
妙覚の須弥山ともなり、
大涅槃の大海ともなるべし。
仏になる道は此れよりほかに又もとむる事なかれ」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一〇五四頁。


«Senji shō» ni iwaku:

«Shūru atsumarite daikai to naru.
Mijin tsumorite Shumisen to narite.
Nichiren ga Hokkekyō wo shinjihajimeshi wa Nihonkoku ni wa ichi,
ichi-mijin no gotoshi.
Hokkekyō wo ninin,
sannin, jūnin hyaku, sen, man,
okunin tonauru hodo naraba,
myōkaku no Shuminsen to mo nari,
dainehan no daikai to mo naru beshi.
Hotoke ni naru michi wa
kore yori hoka ni mata motomuru koto nakare».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1054

30 - «Hō-on shō»

Nello «Hō-on shō»
(«Su gratitudune e riconoscenza»)
è affermato:

«Se vasta è la compassione di Nichiren,
in futuro Namumyhōhōrengekyō dovrà diffondersi,
per diecimila e più anni...
vi compete il merito
di aver aperto i ciechi occhi alla totalità degli esseri viventi del Giappone
e sbarrato la via che conduce all’inferno di Avichi.
Tali meriti superano anche quelli di Tientai e di Dengyō,
vanno anche oltre [quelli di] Nagarjuna e Kasyapa.
Cento anni di pratiche ascetiche nel Gokuraku – la terra di benedizione –
non raggiungono i meriti di un singolo giorno in questa oscura terra.
La grande tradizione,
condivisa nei duemila anni di shōbō e di zōhō,
è inferiore ad una sola ora in mappō.
Ciò non è assolutamente dovuto ad una saggia comprensione di Nichiren…
è per opera del tempo che le cose giungono a maturazione:
sbocciano fiori in primavera,
maturano frutti in autunno,
è caldo in estate e fa gelo in inverno.
Non sarebbe proprio opera del tempo [quella di] portar le cose a maturazione»?

Redatto nel secondo anno dell'era Kenji (1276), a Minobu, all'età di 55 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1428


<報恩抄>に曰く:

[p1248]「日蓮が慈悲曠大ならば、
南無妙法蓮華経は万年の外未来までもながるべし。
日本国の一切衆生の盲目をひらける功徳あり。
無間地獄の道をふさぎぬ。
此功徳は伝教天台にも超へ、
龍樹・迦葉にもすぐれたり。
極楽百年の修行は穢土の一日の功に及ばず。
正像二千年の弘通は末法の一時に劣るか。
是はひとへに日蓮が智のかしこきにはあらず。
時のしからしむるのみ。
春は花さき、秋は菓なる、夏はあたゝかに、冬はつめたし。
時のしからしむるに有らずや」。

昭和定本日蓮聖人遺文、一二四八頁 

«Hō’on shō» ni iwaku:

«Nichiren ga jihi kōdai naraba,
Namumyōhōrengekyō wa man’nen no hoka mirai made mo nagaru beshi.
Nihon koku no issai shujō no mōmoku wo hirakeru kudoku ari.
Gokuraku hyaku nen no shūgyō wa edo no ichi nichi no kudoku ni oyobazu.
Shōzō nisan’nen no kutsū wa mappō no ichiji ni otoruka.
Kore wa hitoe ni Nichiren ga chi no kashikoki ni wa arazu.
Ji no shi kara muru no mi.
Haru wa hana saki, aki wa ka naru, natsu wa atataki, fuyu wa tsumetashi.
Ji no shi kara muru arazu ya»?

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 1428

giovedì 31 maggio 2007

31 - «Kanjin no honzon shō»

Nel «Kanjin no honzon shō»
(«Sull’oggetto di culto per osservare la mente»)
è affermato:

«Ora,
l’attuale mondo di saha si allontana dalle tre calamità
e si diparte dai quattro kalpa[1],
esso costituisce eterna e pura terra.
Il Buddha già non si estinse in passato e non nascerà nel futuro.
Per quanto concerne coloro che apprendono l’insegnamento,
la sostanza è la stessa,
ovvero,
è lo “spirito proprio che è dotato delle tremila condizioni e dei tre semi[2] dell’esistenza”».

Redatto il decimo anno dell’era Bun’ei, ad Ichinosawa (Sado), all’età di 52 anni.

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 712.



<観心本尊抄>に曰く:

「今本時の娑婆世界は三災を離れ四劫を出たる常住の浄土なり。
仏、既に過去にも滅せず未来にも生ぜず。
所化、以て同体なり。
此れ即ち己心の三千具足三種 の世間也」。

昭和定本日蓮聖人遺文、712頁。



«Kanjin no honzon shō» ni iwaku:

Ima honji no shaba sekai wa sansai wo hanare shikō wo idetaru jōju no jōdo nari.
Hotoke, sude ni kakō ni mo messezu mirai ni mo shōzezu.
Shoke motte dōtai nari.
Kore sunawachi kōshin no sanzen gusoku sanshu no seken nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 712.


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Note:
[1] Quattro kalpa (shikō四劫): rappresentazione mitica della scansione del tempo in:
a) periodo di produzione (jō 成);
b) periodo di mantenimento (ju住);
c) periodo di dissoluzione (kai 壊);
d) periodo di riassorbimento nello stato di vacuità (kū 空) cui segue il rinnovarsi del ciclo
(jō成・ju住・kai 壊・kū 空), dalla produzione in poi.

[2] I tre semi (sanshu 三種) costituiscono una metafora finalizzata ad appianare le superficiali contraddizioni:
a) tra nascita e morte;
b) tra inizio e fine dell’insegnamento;
c) tra prossimità e distanza in cui si collocano maestro e discepolo.

Secondo una differente prospettiva definiscono:
a) le cause per la nascita e la non nascita;
b) le cause per la condizione di “né attaccamento né non attaccamento”;
c) le cause per l’ottenimento di una vita capace di gioire del Dharma.

Ed ancora, secondo lo schema buddhista dell’esistenza, sono costituite da:
a)il mondo degli esseri viventi(shujō seken衆生世間);
b)l’ambiente (kokudo seken 国土世間);
c)le cinque componenti (go’on seken五陰世間)国土世間): coscienza, forma, percezione, concezione e volizione.